L'acquedotto medievale di Salerno è stato costruito nel IX secolo per fornire acqua al monastero di San Benedetto, alle mura orientali. Si trova nel centro storico di Salerno, sotto la collina Bonadies ed il suo Castello Arechi.
Si compone di due rami: uno proveniente dalle colline a nord, l'altra dalle alture a est della città; entrambe si ricongiungono lungo la via Arce (che dai loro archi si denomina), con un bordo delle antiche mura della città. In un primo momento solamente veniva rifornito il monastero benedettino, e più tardi, un ramo sotterraneo ha permesso fornire il convento di Piantanova, Via Mercanti.
L'acquedotto fu popolarmente ribattezzato "Ponti del diavolo" e si dice che è stato costruito in una sola notte, con l'aiuto dei demoni, dal mago del XII secolo Pietro Barliario. La superstizione popolare considera inoltre che avventurarsi sotto gli archi tra il tramonto e l'alba porterebbe all'incontro con demoni o spiriti maligni.
La leggenda fu ispirata al fatto che la zona ove sorge l'acquedotto fino all'inizio del '900 era impervia e priva di abitazioni, a ridosso del settore più alto delle mura cittadine. L'utilizzo dell'arco ogivale, vera novità architettonica dell'epoca, deve aver probabilmente spaventato, e non poco, l'impressionabile popolino.
Un'altra leggenda vuole che sotto l'acquedotto si sarebbero incontrati casualmente, in una notte di tempesta, i quattro fondatori della Scuola Medica Salernitana: l'arabo Adela, il greco Ponto, l'ebreo Elino e il latino Salerno. Questa leggenda fu invece ispirata dal fatto che all'epoca, grazie ai suoi commerci, Salerno era un crocevia di vari popoli, religioni e culture varie.