Così chiamata per via del torrente Lavina che scorre ancora adesso sotto la strada ad essa prospiciente. La Chiesa di Sant’Andrea de Lavina è risalente probabilmente all'800, quando il duca salernitano Sicardo, conquistò Amalfi e ne deportò parte degli abitanti a Salerno, confinandoli nell'attuale quartiere detto delle "Fornelle"; i prigionieri vollero quindi edificare una chiesa dedicata al loro Patrono. Essa è menzionata per la prima volta in alcuni documenti del Codice Diplomatico Cavese nel 866. Dal 970 la Chiesa figura tra le proprietà del vescovo di Paestum. Un Diploma di Guaimario, Conte di Giffoni, del 1091 ne attesta l’ubicazione presso Porta Rateprandi. Dopo il 1312 la Chiesa compare in alcuni documenti con la denominazione di “S.Andrea de Lavina” e nel 1338 viene denominata “parochialis”. Da alcune descrizioni della Chiesa risalenti al 1490, al 1572 e al 1692 si apprende che ognuna di esse presentava l’edificio secondo una conformazione diversa da quella attuale.
Il fronte del tempio attualmente è rivolto ad Est, ma un tempo era rivolto ad Ovest, e in tale situazione rimase almeno fino alla fine del XVI sec: la prima chiesa, costruita sulle rovine di un edificio di epoca romana, si trova interrata ad almeno 6 m sotto l'attuale livello stradale, e presenta i resti di tre absidi affrescate di cui solo la centrale è ben visibile, con la raffigurazione dei quattro Arcangeli.

chiesa Sant'Andrea de Lavina

Intorno al X secolo, forse in seguito a un'alluvione, la chiesa precedente fu in parte demolita e adibita a sepolcreto, e su di essa ne fu costruita una più ampia, di cui rimangono ancora due delle tre navate, oltre a qualche moncone di affresco raffigurante due santi ed un'iscrizione in greco, che testimonia una possibile diversa frequentazione dell'ambiente, oltre a quella amalfitana. La terza chiesa venne costruita sulla precedente intorno al XII secolo: testimone del cambiamento è un palinsesto di affreschi raffiguranti due santi vescovi, un secondo strato difficilmente leggibile ed un terzo strato seicentesco dipinto come un finto tabernacolo, con scene della vita di una santo, forse lo stesso Andrea.

E' interessante rilevare come l’attuale piano della chiesa sia innalzato rispetto al livello stradale. Ciò ha fatto intuire che la chiesa avesse potuto conservare una sottostante cripta così come evidente in altre chiese salernitane come quella di San Pietro a Corte, Santa Maria de Lama e Chiesa del Crocefisso. Nel 1692 inoltre, risulta modificato il piano della facciata principale che fu avanzato e posto in allineamento con la parete posteriore del campanile. Interventi di manutenzione furono eseguiti nel 1898 e nel 1905. Gli ultimi interventi nell’edificio furono realizzati a seguito del sisma del 1930 e in seguito all’alluvione che colpì la città di Salerno nel 1954. La chiesa è attualmente oggetto di importantissimi lavori di restauro e di scavi archeologici. A circa 9 metri dall’attuale piano di calpestio della chiesa sono stati recentementi portati alla luce, oltre agli affreschi sopra mensionati, alcuni scheletri.

Via Porta Rateprandi, 11 84121, Salerno
Biglietto: gratuito

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